- La sfera Sociale
- La sfera Sentimentale
Che dire...
Il senso di inadeguatezza nelle relazioni sentimentali è una brutta bestia.
Quando non ci sentiamo amabili o meritevoli di essere apprezzate, desiderate o comprese, la vita sentimentale diventa come una valanga che più scende e più diventa grande.
Nella mia esperienza personale e in quella di molte studentesse dei miei percorsi, il sentirsi inadeguati nella relazioni amorose o passionali può rappresentare uno dei problemi più grandi e faticosi da superare.
La questione è molto delicata, perché ci porta a fare i conti con le ferite passate.
E spesso è qualcosa che non vogliamo assolutamente fare.
Ed è sicuramente giusto voler guardare avanti ma solo quando, consapevolmente, ci lasciamo alle spalle ciò che ci ha fatto del male, lavorando in particolare sulle false credenze e sui paradigmi che nemmeno ci accorgiamo di avere.
Potresti trovarti in una di queste situazioni:
Ti suona familiare?
È probabile che tu ti riconosca in uno o più di questi scenari e ti assicuro che è normalissimo...
Infatti, soprattutto noi donne, ci portiamo sulle spalle dei retaggi familiari, sociali e culturali che influenzano enormemente il nostro modo di amare e di essere amate.
Ti faccio un'esempio...
Quando avevo 15 anni mio fratello di 26 si è tolto la vita.
Non ti dico le conseguenze drammatiche che questo fatto ha portato nella vita della mia famiglia.
I miei genitori si sono separati, l'altro mio fratello ha iniziato a sviluppare un disturbo di personalità borderline che nel tempo è diventato sempre più difficile da affrontare...
Sono stati anni molto difficili e penso, che se anche tu hai vissuto situazioni analoghe, sai di cosa sto parlando.
L'abbandono da parte delle figure di riferimento a cui più tenevo è diventata la croce della mia vita.
Tutto quello che è accaduto dopo, è stato influenzato da quei fatti.
E per più di 20 anni mi sono sempre identificata nell'abbandonata della situazione, nella sorella di un suicida, della figlia di una famiglia problematica.
E questo fatto, ossia il pensarci continuamente e l'identificarmi in quella narrazione, ha protratto la mia sofferenza.
In che senso mi chiederai?
Vedi...
Ciò che noi pensiamo e che poi manifestiamo nella vita di tutti i giorni, innesca un meccanismo di restituzione.
E ora ti spiego di cosa si tratta.
Meccanismo di restituzione
Quando parliamo di meccanismo di restituzione facciamo riferimento a una delle più importanti Leggi universali:
La legge di attrazione.
Purtroppo, dopo il successo del libro e del film "The Secret" di Rhonda Byrne, questa legge è stata travisata e fraintesa, facendo credere che sia sufficiente pensare tanto a qualcosa che si desidera per poterlo ottenere.
Le cose non stanno proprio così.
Ci sono diverse caratteristiche e "regole" che muovono questa legge.
Se non le si conoscono e non le si mettono in atto, è solo tempo perso.
C'è da dire però, che la legge di attrazione fa il suo mestiere costantemente e in modo del tutto indiscriminato.
Quindi, che tu ci creda o meno, è sempre in atto e ha effetto nella tua esistenza che tu ne sia consapevole o no.
Te lo spiego ritornando un attimo al mio esempio.
Il fatto che io mi sentissi l'abbandonata ha fatto si che io incontrassi sempre partner che mi abbandonavano.
Per anni ho pensato di essere estremamente sfigata.
Al tempo non avevo gli strumenti e le conoscenze che ho oggi, quindi ignoravo completamente il meccanismo di restituzione.
Oggi so che, il fatto che io producessi pensieri di abbandono che diventavano paura profonda dell'abbandono e che, di conseguenza, mi facevano agire condizionata da tali pensieri e paure...
... ha fatto si che io attirassi nella mia vita persone e situazioni legate all'abbandono.
Risultato?
Dopo l'abbandono che puntualmente avveniva, vivevo dei momenti di singletudine che al tempo non riuscivo a reggere.
Poi ho scoperto quanto quei momenti fossero produttivi e ho creato un Mini Ebook Gratuito dove ti spiego come renderli il tuo punto di forza, lo trovi QUI.
So che può sembrarti assurdo ma, ti chiedo:
- Se ti guardi indietro e pensi alle cose belle che ti sono accadute, qual era il tuo modo di affrontare la vita?
- Eri pessimista, lamentosa, impaurita?
- Non ti andava bene niente di quello che avevi e magicamente è accaduto qualcosa di esterno a te che ha cambiato la tua vita rendendola magnifica?
Se è accaduto, sei stata molto fortunata.
Ma, per esperienza, ti dico che è molto difficile sia andata così.
Perché?
Perché attiriamo ciò a cui pensiamo.
E i pensieri diventano cose.
L'inadeguatezza nella sfera sociale.
Tutto questo ha la stesse dinamiche anche nell'ambito sociale.
Ci sono stati anni, quando ero più giovane, che ho conosciuto a fondo il senso d'inadeguatezza.
Dopo la laurea mi sono trasferita a Roma per uno stage lavorativo e ci sono rimasta per circa un anno e mezzo.
Frequentavo ambienti con persone più adulte che già avevano fatto una serie di esperienze personali e professionali, ed io passavo la gran parte del tempo in silenzio.
Purtroppo, non ero ancora ne carne ne pesce, un po' per la giovane età e un po' perché non avevo ancora una buona relazione con me stessa.
Mi sentivo sempre in balia degli eventi e non adeguata alle persone e alle circostanze che vivevo.
Facevo pensieri limitanti sentendomi sempre non all'altezza della situazione.
Ovviamente il mio background familiare influiva anche se non pesantemente quando nella sfera sentimentale.
Non ero capace di stare con me stessa in modo sereno e, soprattutto, continuavo a portare il passato nel mio presente, con tutta l'insicurezza e il pessimismo che mi aveva lasciato.
Ero ingabbiata nella mia storia e producevo pensieri che dimostravano quanto io mi identificassi in quella storia, quasi mi desse significato.
Quando è così non si riesce a vedere una via d'uscita.
Ti senti incapace e ti rassegni all'idea che quello sia il modo di vivere un po' per tutti.
Ovviamente non è così.
E ora ti spiego il perché e come puoi mettere fine a tali dinamiche malsane.
Non è colpa tua.
Innanzitutto devi sapere che tu non hai colpe.
Se ti senti inadeguata non è perché ti manca qualcosa o perché sei sbagliata.
Come ti spiegavo sopra, si tratta di false credenze e paradigmi che risiedono nella nostra parte più profonda e che entrano in gioco in modo del tutto inconsapevole.
Ma non rappresentano mai la verità.
Sono solo pensieri.
Ed è normale credere ai nostri pensieri fino a che non ci rendiamo conto della loro inconsistenza e iniziamo ad osservarli da fuori, prendendone le distanze.
Quindi ora, voglio darti 4 motivi più che reali per iniziare a fare in modo che ti renda conto che non c'è alcuna ragione per cui tu debba sentirti inadeguata.
1 - Se pensi di essere inadeguata, significa che ti stai identificando in un pensiero errato.
Non c'è alcun motivo per cui una persona sia inadeguata se non è la stessa persona a pensarlo di se stessa.
Tutto dipende solo da questo.
Come ti dicevo prima, i pensieri diventano cose.
Quindi se noi ci focalizziamo continuamente sul considerarci inadeguati o non all'altezza della situazione stiamo, energicamente parlando, inviando all'esterno questo tipo di frequenze che vibrano ad un livello molto più basso del, per esempio, focalizzarci su quanto valiamo.
Quando accade tendiamo a risuonare con energie simili, quindi con frequenze basse.
Questo è il motivo per cui quando ci sentiamo inadeguati, continuiamo a trovarci in situazioni o con persone che ci fanno sentire sempre più inadeguati.
Ricordi il meccanismo di restituzione?
Attiriamo ciò che pensiamo.
Non vi è quindi una verità assoluta che confermi la nostra inadeguatezza, anzi.
È solo che la legge di attrazione agisce sempre e lo fa indiscriminatamente nel bene o nel male.
Lo fa sulla base di quello che noi pensiamo, sentiamo e manifestiamo.
E non di certo perché tu sei inadeguata.
Perché?
Te lo spiego nel prossimo punto.
2 - Hai il tuo posto nel mondo ed è esattamente dove sei ora.
Nessuno di noi può mai essere veramente inadeguato.
Lo è solo se lo pensa.
Ma troppo spesso ci sono false credenze o paradigmi imparati nella propria storia familiare o culturale su cui abbiamo una totale fede.
Ci crediamo ciecamente.
Quindi se da bambina ti dicevano che eri sempre fuori luogo o incapace, tu gli hai creduto.
Se ti dicevano che non valevi niente e che non ne facevi una di giusta, tu gli hai creduto.
Se ti dicevano che non eri amabile o meritevole di essere amata, tu gli hai creduto.
Ed era ovvio tu gli credessi.
Un bambino non ha gli strumenti e l'esperienza per capire cosa sia giusto o meno quando si tratta del proprio valore.
Si fida delle figure di riferimento.
Tutti ci siamo fidati dei nostri genitori o delle persone a cui volevamo bene, anche se non sempre agivano per il nostro bene.
Magari non ne erano consapevoli e a loro volta erano vittime delle proprie credenze limitanti e dei propri disagi, ma questo ha portato comunque alla creazione dentro di noi di false credenze estremamente radicate.
Ma è necessario tenere presente che siamo a questo mondo per essere felici.
Noi tutti siamo la bellezza dell'esistenza e siamo per natura portatori di gioia e di vita.
Purtroppo ce ne siamo a poco a poco dimenticati e troppo spesso ci sentiamo inadeguati perché non sappiamo quale sia il nostro posto in questo mondo.
Io per prima, negli anni passati, ero tormentata dal quesito:
"Qual è il mio posto in questo mondo?"
La domanda racchiudeva il senso di vuoto, d'insicurezza e d'instabilità che mi accompagnava.
Credevo che prima di avere una risposta avrei dovuto fare, rifare e fare ancora chissà cosa che definisse il mio ruolo e il mio posto.
Poi un maestro spirituale che seguivo molti anni fa mi disse che il mio posto era esattamente dov'ero in quel momento.
La cosa mi sconvolse.
Allo stesso tempo mi sollevò.
Era facile da capire e aveva un suo senso.
Il fatto di essere lì come in qualunque altro luogo mi ero trovata, rappresentava il risultato di scelte da me fatte nel corso del tempo, del mio tempo.
La nostra storia, la nostra persona, la nostra vita si manifestano in tutto quello che facciamo in ogni istante.
Ciò che scegliamo di pensare, di essere e di fare segna continuamente il nostro posto nel mondo, il diritto a esserci e a viverci.
Anche quando le cose non vanno bene, abbiamo comunque di diritto il nostro posto e nessuno può o potrà mai levarcelo.
Quindi quando ci sentiamo inadeguati è sempre bene ricordarsi che è solo un modo di pensare a noi stessi e non rappresenta mai ciò che realmente siamo.
Ognuno di noi ha il proprio posto in questo mondo, il proprio scopo e il proprio infinito senso.
3 - Ciò che sei è il tuo patrimonio, non dimenticarlo mai.
Troppe volte non ci rendiamo conto di quanto sottovalutiamo le nostre esperienze e la nostra storia.
Consideriamo sempre quello che non siamo e molto meno ciò che invece abbiamo imparato e sperimentato nel tempo.
Chiunque di noi ha un bagaglio di vissuto che lo rende competente rispetto ciò che lo riguarda.
Le esperienze che attraversiamo ci insegnano e ci conducono nelle scelte della vita, aumentando le nostre capacità.
Il problema è che in determinati momenti si tende a dimenticarsi di tale bagaglio e ci si sente inadeguati.
Che sia in ambito personale o professionale, sentirsi non adatti o non all'altezza della situazione, sottende, innanzitutto, la personale NON consapevolezza delle proprie competenze.
In qualsiasi luogo o contesto ci troviamo, dobbiamo avere chiaro che:
1 - Se siamo lì significa che ci siamo messi nella condizione di esserlo.
2 - Significa anche che siamo in grado e in diritto di esserci, altrimenti saremmo da un'altra parte.
3 - Siamo portatori della nostra storia e siamo competenti rispetto ad essa.
4 - Visti i 3 presupposti precedenti, nessuno di noi con la propria storia è mai inadeguato in alcun luogo.
Avere chiari questi 4 step mentali è basilare per comprendere la non veridicità del sentirsi inadeguati.
È un fatto logico.
Le esperienze della vita sono infinite e diverse per ogni essere umano ma tutte hanno in comune l'acquisizione di conoscenze fondamentali per procedere nel nostro percorso.
Questo patrimonio ci accompagna e cresce giorno dopo giorno.
Ci deve aiutare quando l'inadeguatezza ci assale perché è lì che troviamo le competenze acquisite nel corso di una vita.
E non importa quale sia lo spessore intellettuale, culturale, religioso o economico delle esperienze vissute.
Ognuna di esse, se vissuta nell'onestà verso noi stessi e gli altri, porta con sé una sapienza che non ci abbandona mai e che è adeguata ovunque.
4 - Non indossare maschere. Vai benissimo così come sei.
Ci sono persone che per nascondere uno stato d'inadeguatezza indossano delle maschere.
Questo perché credono di riuscire a mascherare abilmente l'insicurezza che si portano addosso facendo finta di essere ciò che non sono.
Rari casi riescono nell'intento perché hanno concentrato la costruzione della propria identità proprio sull'essere altro da sé, accompagnato da un'alta dose di intelligenza manipolatoria.
Ma, al di là di questi casi, è molto più probabile imbattersi in traballanti tentativi che sfociano spesso in imbarazzanti cadute di stile.
Le persone hanno un sesto senso verso quelli che si presentano in modo artificioso, non autentico e poco sincero.
Li riconoscono, ne percepiscono i punti deboli e le insicurezze.
Così un'azione fatta per mascherare le debolezze non fa altro che metterle ancor più in evidenza.
Quando assumiamo atteggiamenti che non ci sono propri è come se mettessimo un abito che ci veste male: può essere griffato e molto costoso ma addosso sembrerà solo uno straccetto.
Al contrario, indossare le proprie vesti con sincerità e realtà ci permette di essere sempre e ovunque adeguati e adatti agli ambienti in cui ci troviamo.
Ma soprattutto, essere consapevoli dei pensieri malsani che produciamo quando si tratta di definire noi stessi, è l'unico vero modo per prendere distanza dalle false credenze che risiedono nella parte sommersa di noi stessi, parte che tendiamo ad ignorare.
È un argomento importante quello dell'inadeguatezza e sicuramente può e deve essere approfondito da ognuno di noi, nella propria intimità.
Avere delle linee guida può esserci d'aiuto per darci nuovi spunti di riflessione e di analisi.
Rimane comunque importante tenere in considerazione quelle convinzioni che agiscono dentro di noi in modo automatico.
Perché non ha senso perdere tempo giudicando malamente e ingiustamente noi stessi, attirando nella nostra vita occasioni per continuare a farlo.
Meriti molto di più.
Un abbraccio,
Valentina.